Quel mazzolin di erbe che vien dalla montagna

Conoscere e riconoscere erbe e fiori per usarli nella vita di tutti i giorni

Madonna di Campiglio - Pinzolo - Val Rendena
Val di Fiemme - Cavalese - El Molin - Chef Alessandro Gilmozzi
Erbe spontanee e fiori del Trentino

Il tarassaco che illumina i prati e che qui si chiama dente di cane, le piccole foglie rigate della parietaria che hanno il profumo del basilico, le infiorescenze minuscole e bianche dell’aglio orsino e gli esili steli dell’acetosella: ad un occhio inconsapevole possono sembrare solo erbacce ma moltissime erbe spontanee che ricrescono nei prati e nei boschi a primavera, sono ottimi ingredienti di piatti casalinghi e cosmetici naturali “fai da te”.

In questa stagione, il Trentino si trasforma in un erbario “en plein air”!  Per raccogliere le ricchezze spontanee della natura ci vogliono esperienza, conoscenza e in qualche caso anche dei permessi specifici. Agli occhi esperti di chi ne riconosce i frutti, i bosco assomiglia molto ad un orto e il foraging non è più una parola misteriosa. Nei prati si comincia ad estendere il profumo del fieno, ricco di proprietà curative e calmanti e i fiori offrono molto di più della bellezza cromatica dei petali, ricchi di olii essenziali profumati e terapeutici.

 

Vogliamo svelarti alcuni segreti custoditi dalla natura e da chi la conosce profondamente, per farti sentire, anche da lontano, il profumo e i benefici delle piante.

Taraxacum officinale - (Tarassaco)

È la prima delle erbe spontanee a venir raccolta, non appena le coltri nevose si sciolgono. La caratteristica forma a stella del “dente di cane” ricolora di verde le valli trentine sul finire di marzo. Si possono mangiare le foglie in insalata e il fiore, raccolto sotto forma di germoglio, è conservato sott'olio. Il suo sapore amaro permette abbinamenti eccezionali con la pancetta o lo speck locali o con le uova e i formaggi stagionati come la Spressa.

Luppolo - (Bruscandolo)  

Viene raccolto sul nascere, nei terreni incolti lungo gli argini dei torrenti o nei boschi, prima che la pianta si attorcigli attorno agli arbusti circostanti, creando una sorta di inestricabile liana. Di colore rossastro, ha un sentore di mallo di noce, d’olive e noccioline. Ottimo sui crostoni da accompagnare con una birra artigianale trentina, oppure per fare da letto a carni bianche, uova o primi piatti. 

Silene vulgaris - (Sgrizòl)  

Anche conosciuta come “silene”, cresce sui prati tra gli 800 e i 1000 metri. Viene raccolta sul crescere solo prima della fioritura altrimenti le foglie diventano troppo coriacee. Scottata velocemente con un pizzico d’aceto, ha sapore leggermente dolce e un vago sentore di liquirizia. Perfetta da abbinare allo speck o altri salumi locali, accompagna bene come contorno anche frittate e pesci.

Cicerbita alpina - (Radicchio dell’Orso) 

È la più preziosa delle erbe spontanee. Specie protetta a rischio d’estinzione, solo i censiti delle valli trentine ne possono raccogliere un certo quantitativo annuo, arrampicandosi oltre i duemila metri. I germogli, appena spuntati, tra aprile-giugno, a seconda delle stagioni, sono teneri e croccanti e si consumano crudi o cotti. Il delicato sapore amarognolo, ben si accompagna a formaggi di malga.

Allium schoenoprasum - (Aglio della Regina) 

Giugno. Per il raccoglitore di erbe è tempo di arrampicarsi a duemila metri di altitudine e oltre. È lì che cresce l’Aglio della Regina, erba dal profumo agliato che esplode in una serie di magnifici sapori, che si raffinano in un gusto tartufato. Le note gustative sono complesse e permettono di abbinarlo praticamente ad ogni cibo: formaggi e salumi, polenta, funghi, zuppe, pesce, carni o patate. 

Pubblicato il 27/11/2021